Viaggiare

May 1, 2021

Che concetto affascinante.

Le chiavi del successo di questa pratica moderna sono molteplici. Innanzitutto ci permette una gratificazione immediata su un attività futura. Si sente gratificazione anche sei mesi prima della partenza nel pensare al viaggio. E non importa come si viva il quotidiano. E non importa come sarà la realtà del viaggio. Il presente è troppo esigente e deludente. Il presente non è all'altezza del tanto documentato passato ne dell'inesistente futuro. Sarà facile filtrare i tempi morti del passato e pensare che essi non esistano nel futuro. Le reti sociali non sono atro che la rappresentazione della realtà attraverso filtri. Tagliare la cacata della domenica mattina in un video di youtube che racconta la vita di qualcuno lo rende molto più appetibile. Ma la realtà è che la domenica sedersi sulla tazza e senza fretta espletare i propri bisogni in santa pace è un piacere che varrebbe la pena raccontare.  

Quindi il filtro, la selezione, il miglioramento della realtà si sposano perfettamente con l'idea di viaggio, futuro e passato. E ci rende ricchi. Non è forse ricco chi ci si sente?

E non è una società che si sente ricca più pacifica? Non è una società che crede in qualcosa più pacifica? Il viaggio aiuta la mescolanza fra le persone e disincentiva i conflitti fino a livelli geopolitic inimmaginabili. È un anestetico alla mediocrità quotidiana, una proiezione virtuale deliziosa. Il concetto fin qui descritto non ha relazione con il viaggio in se. Al momento della partenza può sovvenire una parvenza di delusione. La realtà è molto più ruvida e trovarsi improvvisamente a litigare con la hostess di Ryanair per le dimensioni del bagagli poteva non essere nei piani. Ma fa niente, è il presente e verrà religiosamente filtrato.

Poi c'è l'immagine che diamo di noi nel presentarci come viaggiatori. Col sole in fronte. Sprezzanti del pericolo e pieni di vita. È una cartina tornasole e fa parte delle basi se si vuole essere accettati, o come minimo non essere trattati come esseri stravaganti. Ma come biasimarli, il pregiudizio è importante e una prima discriminazione necessaria. Saper scegliere i compagni di viaggio nella vita è il compito più difficile e non saper vivere il proprio tempo è un motivo di peso per non essere integrato in qualsiasi clan.

Lo stesso vale per l'arte, gli animali da compagnia e le mode in generale. Sono delle certificazioni di conformità quasi indispensabili. Requisito minimo.

Viaggiare non fa male a nessuno, veramente. La società è stata capace addirittura a raggruppare i viaggiatori in zone particolarmente attrezzate per questo fine, al limite della claustrofobia, ma senza arrivarci mai. E questo è un altro grande obiettivo raggiunto, che non dovrebbe essere contestato dai fatidici, "residenti locali". La società ha scelto il tuo quartiere per un bene maggiore. Per un interesse strategico quasi di interesse politico, per la pace nel mondo oserei dire, o almeno di una parte del mondo.

L'utilitaria nel dopoguerra svolgeva lo stesso compito del viaggio, dare una sensazione di status e gratificazione. E che incentivo per la popolazione per l'unità delle comunità.

Viva il viaggio e viva i viaggiatori, mi congratulo con voi. Io resto nel presente.